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⏭ Play Music Festival: La rassegna musicale continua con Fabrizio Bosso & Urban Fabula

Grandissimo successo anche per il secondo appuntamento del Play Music Festival 2017, che aveva aperto le danze con l’Ivan Mazuze Quartet lo scorso giovedì 2 Marzo a Reggio Calabria.
Questa volta ad esibirsi nella splendida sala del Palazzo Miramare sono stati Fabrizio Bosso & Urban Fabula.

Fabrizio Bosso è un talentuoso trombettista Italiano. Diplomatosi a soli 15 anni al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, sua città natale, ha completato gli studi al St. Mary’s College di Washington DC, iniziando così un percorso che l’avrebbe portato in breve tempo a diventare un grande esponente del panorama musicale internazionale. Ha collaborato con diversi artisti italiani, tra cui Sergio Cammariere, Raphael Gualazzi, Mario Biondi, Bruno Lauzi e Nina Zilli.

Urban Fabula è un trio siciliano formato da Seby Burgio al piano Fender Rhodes, Alberto Fidone al basso e Peppe Tringali alla batteria.
Vantano numerose collaborazioni, oltre quella con Fabrizio Bosso: i sassofonisti Javier Girotto e Steve Grossman, la cantante Barbara Casini e il polistrumentista, vocalista e compositore Gegè Telesforo conosciuto anche come autore e conduttore di innumerevoli programmi radiofonici e televisivi dedicati alla musica.

L’unione delle armonie e sonorità jazz con i suoni sintetici usati in alcuni brani da Bosso e da Burgio hanno dato vita ad una particolare atmosfera ricca di dinamicità. Questi straordinari artisti, in perfetta sinergia, hanno saputo affascinare il pubblico grazie alla loro inventiva creando delle melodie per nulla scontate, eseguite con una tecnica impeccabile e curate con gran gusto in ogni minimo dettaglio.

Non ci rimane che aspettare il prossimo giovedì per sapere cosa ci riserverà il terzo ed ultimo concerto della rassegna reggina, con la giovanissima bassista polacca Kinga Glyk.

Antonella Nicolò

Nata a Reggio Calabria, musicista con la passione per la fotografia. Soffre di una particolare forma di shopping compulsivo verso libri, fumetti e vinili d’epoca. Ha la strana abitudine di dare nomi ai suoi strumenti musicali e anche alla sua fotocamera, Janis, ma “le voci” l’hanno rassicurata sullo stato della sua salute mentale.