Qualcuno li ricorda soprattutto per la loro partecipazione all’ultima edizione del Festival di Sanremo con “Autodistruttivo” (scritta da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari). I La Sad, tuttavia, erano attivi già da molto prima, inizialmente con le loro carriere soliste e successivamente come trio. Trio che hanno deciso di mettere in pausa per dedicarsi nuovamente ognuno al proprio progetto personale forse proprio nel momento in cui si trovavano sulla cresta dell’onda. Il La Sad è 4 Life è quindi stato un po’ un tour di addio che ha toccato diverse città d’Italia, tra cui anche Senigallia. Fiks, Plant e Theo si sono esibiti per l’ultima entusiasmante data, per l’esattezza al Mamamia ieri, 1 febbraio, dopo un posticipo di due settimane a causa dell’influenza che ha colpito Plant. La scenografia era caratterizzata da bidoni e graffiti con scritte e simboli punk. Il pubblico presente era decisamente eterogeneo; c’erano moltissimi ragazzini accompagnati dai propri genitori. Questo mi ha riportata un po’ indietro nel tempo ed in loro ho rivisto un po’ la me sedicenne. È stato bello vedere come mamme e papà cantavano a propria volta le canzoni preferite dei propri figli, condividendo con loro qualcosa di così intimo e magico come la musica. I La Sad si rivolgono a tutti quei ragazzi, chiamati da loro i “bimbi sad”, che si sentono diversi, emarginati, incompresi, a coloro che faticano a trovare un loro posto nel mondo, che si colpevolizzano per i loro errori e che talvolta si sentono tristi. Ci ricordano di “quant’è bella questa maledetta vita”, lanciando messaggi di speranza ed invitando a non mollare. Proprio per tale motivo non sono da condannare ma, forse, da apprezzare.
I La Sad vanno oltre le semplici capacità musicali. La loro potenza, infatti, è molto più nel coinvolgimento e nella connessione che sanno creare con il proprio pubblico. Fiks, Theo e Plant hanno creato una vera e propria famiglia Sad, un luogo sicuro dove chi si sente ‘diverso’ o ‘escluso’ può sentirsi a casa ed unito sotto un’unica bandiera: quella dei La Sad. I tre, famosi per essere una vera e propria potenza sul palco, ahimè ieri sono stati leggermente giù di tono per via di Theo influenzato. Sono comunque stati coinvolgenti e anche generosi con i propri fan, lanciando davvero di tutto ai presenti tra cartine firmate La Sad, soldi e santini con le loro facce e bacchette. Hanno anche chiamato una giovane fan a cantare con loro “Summersad 4” riuscendo ad aizzare il pubblico nel moshpit ma anche tanta attenzione da parte dei curiosi. Geniale anche la trovata del quiz dei La Sad; due fan estratte tra il pubblico (con la parrucca blu volta ad emulare Plant) hanno avuto modo di vincere premi a tema rispondendo a delle domande sulla band con tanto di musichetta tensiva da quiz in sottofondo (Chi Vuol Essere Milionario).
Quello dei La Sad più che un concerto è una vera e propria esperienza da fare almeno una volta nella vita. Sicuramente è uno di quegli eventi dove ci si diverte e dove può succedere davvero di tutto. Forse è anche un po’ per questo continuo brivido dell’inaspettato che la formula funziona. Per chi li considera dei semplici poser andrebbe risposto, come recita anche la loro canzone “Goodbye”, “chi se ne frega!”. Perché oggi forse il vero punk sta in chi riesce ancora ad emozionarsi e, in un mondo sempre più divisivo, a portare e credere nell’unione.
Gallery a cura di Gabriella Marku