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Chinese Man Records sempre una garanzia

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Testo di Stefano Pinto
Fotografie di Iacopo Francieri

Una serata da ricordare quella al Circolo Magnolia che porta in Italia l’etichetta Chinese Man Records, dell’omonimo gruppo e che sale sul palco con i suoi più forti rappresentanti: Taiwan Mc e la Scratch Bandits Crew.

Taiwan è il primo a salire sul palco e mostra i canini suonando alcuni tra i suoi pezzi più famosi come Skunk in air, canzone prodotta dai Chinese Man stessi, così come Faya Cyaan Done.

Con la folla in visibilio mangia il palcoscenico con la sua presenza, mostrando tutte le sue qualità sia di rapper che di cantante e facendo vedere come la dub e la dancehall siano generi molto più versatili e allo stesso tempo complessi della classica commercialata estiva che passa in radio.

Va avanti con pezzi dell’ultimo progetto, Cool & Deadly, come Bubblin’ e Wobble Ballad e continua suonando i remix di canzoni appena fatte stravolgendone completamente la base e regalando al pubblico nuovi suoni a cui affezionarsi.

Il pubblico riempie la non troppo capiente sala durante tutta l’esibizione e partono addirittura dei poghi, anche se piuttosto controllati, che sicuramente avranno fatto intuire al musicista quanto il suo pubblico lo supporti.

Forse per aprire la serata alla Scratch Bandits Crew, Taiwan passa a sonorità tendenti alla Jungle e ad un altro genere che piace molto sia ai Chinese Man che alla sua etichetta: la drum’n’base.

Salgono finalmente sul palco la Crew che partono in quarta con lo scratch ovvero quello che sanno fare meglio. Dopo aver suonato alcuni brani dell’ultimo progetto come Philadelphia, remix di una canzone di Tribeqa, o Believe it or not continuano intrecciando dubstep e reggae/dub per permettere al pubblico di sciogliersi e rilassarsi ballando. La gente comincia ad andarsene e la Scratch Bandis Crew abbassa i toni lasciando che la serata si spenga da sola accompagnata da un genere non proprio definito che va avanti fino alle 4.

Taiwan Mc è stato decisamente la portata principale della serata (non che la Crew sia stata da meno) ed è stato sostenuto da un pubblico, che anche se non troppo numeroso, era molto affezionato all’artista e gli ha dato la carica giusta per fare un’esibizione di livello, dinamica e soprattutto energica.

Sicuramente non vediamo l’ora che l’etichetta (magari al completo) torni a Milano a smuovere il piattume della città con la sua carica e magari, con un nuovo progetto.