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Nella città del vizio con Lele Blade

LELE-BLADE

A poche settimane dall’uscita del suo album incontriamo Lele Blade e Yung Snapp a Milano in Universal per farci raccontare di Vice City, del suo precedente progetto con Le Scimmie e del suo approccio al rap nel passato e nel presente.

Considerando il disco con Le Scimmie e Ninja Gaiden cosa significa per te Vice City all’interno del tuo percorso?

Per me questo ultimo progetto innanzi tutto è stata una sfida perché ho adottato un metodo di scrittura più veloce e spontaneo e che a differenza dei miei dischi precedenti ha richiesto meno tempo. Penso che adotterò ancora questo modo di scrivere in futuro perché il pubblico apprezza la genuinità e l’immediatezza con cui l’artista esprime i suoi pensieri.

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Per quanto riguarda il vostro rapporto in studio come trovate un punto di incontro nella musica rispetto alle vostre preferenze e alle vostre rispettive personalità?

Questa è una delle domande che più incuriosisce i fan che ci chiedono spesso del processo creativo. Io e Yung Snapp siamo molto in sintonia non solo sul piano musicale e questo influenza il modo in cui lavoriamo assieme. In studio può succedere di tutto: magari io un giorno voglio per forza fare una cosa e allora ci mettiamo finché non chiudiamo il pezzo o mi capita di essere svogliato e allora lui mi propone qualcosa che sente di dover fare. In qualche modo riusciamo sempre a carburare, è un processo molto naturale.

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Pensi che il cantare in dialetto e il tuo forte senso di appartenenza possano influenzare il modo in cui il pubblico si immedesima nei tuoi testi e nella vita che ne traspare?
Pensi che possa limitare in qualche modo limitare il tuo bacino di utenza?

Sinceramente credo che ormai l’uso del dialetto sia totalmente sdoganato nella musica e quello napoletano è uno dei pochi riconosciuto e seguito in tutta Italia e non solo per il rap. Per la diffusione che ha raggiunto ritengo che cantare in dialetto sia solo un valore aggiunto.

La gente si ascolta i rapper americani pur non vivendo nel ghetto e allo stesso modo possono ascoltare la mia musica e sentirla vicina senza aver vissuto nei quartieri di Napoli.

Tu hai un formazione  risaputamente underground, che  influenza il modo in cui imposti i pezzi soprattutto a livello lirico. Come ti inserisci nel discorso rap/trap?

Ci tengo a dire che sono un cultore della musica hip hop e ho avuto la fortuna di vivere la golden age del rap americano soprattutto per Tupac che per me è sempre stato un riferimento. Nonostante questo penso che percorrere vie diverse da quella canonica sia un modo più interessante di esplorare la musica. Questo sperimentare porta ad una maturazione personale, del genere e della musica in generale.

Yung Snapp per quanto riguarda le tue produzioni, come arrivi a costruire un determinato mood, vista la diversificazione dei tuoi beat anche all’interno di un progetto coerente come Vice City?

Per me, da appassionato di musica a tutto tondo, è molto naturale prendere ispirazione da quello che ascolto. Ad esempio ascolto davvero pochissima trap: di fatto non è la trap o il rap che influenza come faccio musica ma è tutto il resto che influenza il modo in cui produco. Ultimamente io e Lele siamo molto presi dal progressive rock ma non abbiamo mai una direzione precisa musicalmente.

LELE-BLADEIn Ninja Gaiden, uscito alla fine dell’anno scorso, parli spesso di vincere. Ti senti di aver vinto con quest’ultimo progetto?

Se posso essere sincero, nonostante i riscontri positivissimi, non sono mai pienamente soddisfatto perché mi viene sempre da trovare cose che avrei potuto fare meglio o in maniera diversa. Non so se sia un bene o un male. (Ride) Devo dire però che sento ancora questa voglia di vincere.

In Vice City hai collaborato nuovamente con Vale Lambo. Vedi la possibilità di un altro disco con le Scimmie?

Ultimamente entrambi ci stiamo concentrando molto sulla nostra carriera solista ma mi piacerebbe iniziare un nuovo progetto con lui. Detto questo dovremmo portare qualcosa di davvero innovativo come abbiamo fatto con il primo disco che ha definito un suono che molti hanno poi seguito più o meno consapevolmente.

Nella scena napoletana attuale pensi ci sia qualcuno in grado di portare ancora più in alto il rap partenopeo?

Credo che ci siano degli degli artisti promettenti anche all’interno del nostro crew. Geolier ad esempio sta crescendo tantissimo e come lui penso possa fare lo stesso MV Killa che lavora con una costanza incredibile. Un altro ragazzo che mi piace molto è Samurai Jay per come scrive.

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Dopo essere passato a Milano per salutarci Lele Blade continuerà a girare l’Italia per presentare il suo EP con alcune date in Lazio, Calabria e ovviamente Campania.

 

Fotografie a cura di Marco Battezzati