Inicio Italia ⏭ Quella volta che I Cani hanno vinto Sanremo 2017

⏭ Quella volta che I Cani hanno vinto Sanremo 2017

Foto di ernesto notarantonio

L’edizione 2017 del Festival di Sanremo è stata vinta da Francesco Gabbani con Occidentali’s Karma. Finalmente una ventata di freschezza e novità!

E invece no.

Occidentali’s Karma propone un’analisi del percorso distruttivo intrapreso dalla cultura occidentale, i cui unici valori e merci di scambio sono droghe, sesso ed effimera popolarità. Questa tendenza sembra essere contrastata dall’interesse verso il Buddhismo, che però viene occidentalizzato per adattarsi meglio ai nostri bisogni, trasformandosi quindi in una versione edulcorata e ipocrita.

Ci sarebbe il potenziale per offrire un punto di vista interessante, peccato che il pezzo di Gabbani presenti un po’ troppe somiglianze con Protobodhisattva de I Cani, e che quest’ultimo sia un brano del 2016.

Entrambi i pezzi trattano la stessa tematica, il che non rappresenterebbe un problema, se non fosse che Occidentali’s Karma usa lo stesso identico linguaggio di Protobodhisattva. Sia Contessa che Gabbani ricorrono al Buddhismo come mezzo di contrasto per mostrare una società incoerente, in apparenza assetata di spiritualità ma troppo attaccata ai suoi vizi per poter veramente risolvere le sue contraddizioni e raggiungere il Nirvana;

sia Contessa che Gabbani scelgono di ridurre l’essere umano a un animale: in Protobodhisattva è una scimmia vestita, mentre in Occidentali’s Karma è, molto fantasiosamente, una scimmia nuda.

Davvero Gabbani non poteva trovare un’altra metafora? Davvero non c’era un altro modo per spiegare che l’essere umano in gruppo tende a conformarsi e ad appiattire la propria personalità in base alla moda del momento? Che non siamo altro che animali e che essere ossessionati da elementi marginali come sesso e droghe al punto da monetizzarli è un comportamento un po’ assurdo?

Gabbani ha spiegato che la sua canzone è nata da una riflessione personale che si è poi trasformata in una riflessione più ampia sui comportamenti dell’intera società. Contessa, in una lunga intervista su Rock.it spiega invece che è partito da una riflessione personale sul Buddhismo per poi arrivare a un’analisi più approfondita di come ci circondiamo di cose poco necessarie, se consideriamo che siamo animali, che “veniamo dagli scarti di qualche supernova”.

Ma non stavamo parlando di due canzoni diverse? In entrambi i pezzi il Buddhismo rappresenta poi un punto d’arrivo, dato che in Protobodhisattva l’uomo occidentale è sul percorso per diventare un Bodhisattva, ovvero colui che è sul percorso per diventare Buddha, mentre in Occidentali’s Karma ci sono “lezioni di Nirvana/Buddha in fila indiana”. In entrambi i casi il Buddhismo diventa inoltre un pretesto per millantare una certa spiritualità, quando in realtà i nostri veri interessi sono “il fumo o la coca”, “il culo o la fica” o “un’ora d’aria, di gloria” e “il gruppo dei selfisti anonimi”. Non è un po’ assurdo che a distanza di un anno dall’uscita di Protobodhisattva Gabbani abbia scelto proprio il Buddhismo e il paragone con la scimmia per criticare la pochezza intellettuale e morale della nostra società?

Se poi vogliamo considerare i due testi da un punto di vista meramente formale, il testo di Contessa è decisamente più organico ed elegante rispetto a Occidentali’s Karma, che appare come una sfilza di parole quasi casuali, corredata da una citazione in lingua inglese “and singing in the rain”, che non fa mai male.

La vittoria di Occidentali’s Karma può paradossalmente essere descritta usando un verso di un’altra canzone de I Cani: “Solo il senso che sia tutto un po’ già visto/quello stai sicura, non finirà mai”, ed è l’ennesima conferma che il Festival di Sanremo si trova anni luce indietro rispetto all’attuale panorama della musica italiana, tanto che la giuria non si è accorta di aver premiato una canzone che è uscita esattamente un anno fa, con altro titolo e soprattutto a opera di qualcun altro.

Per farvi un’idea delle tante somiglianze ecco i due pezzi:

Soffro di un'acuta dipendenza dalla modalità revisione di Word, quindi qui a Recovery mi occupo della revisione di tutti i contenuti pubblicati sul sito. Quando non soffro della febbre del copy-editor leggo (di tutto), viaggio (dappertutto) e traduco (quasi tutto). Sì, pare che io sia laureata in Traduzione, altresì nota come "quella cosa che fa anche Google Translate" o "mio nipote che fa il linguistico me la fa gratis". Nonostante l'alta considerazione di cui gode la mia professione la amo visceralmente, e spero un giorno di riuscire a pagarci non dico una casa, ma almeno un bel brunch fighetto da qualche parte ogni tanto.